È stato un anno molto difficile, con un cielo nebbioso che via via si oscurava sempre più e che oggi ci appare gravato da dense nubi cariche di pioggia, minacciose e soffocanti.
Sappiamo tutti che un sole splendente nel cielo terso è lontano, che certamente pioverà forte e farà freddo, che è ormai iniziato un inverno dei più rigidi e che le scorte di carburante per scaldarci per alcuni sono finite e per altri sono agli sgoccioli. Negli ultimi mesi abbiamo letto negli occhi di molti un grande smarrimento: che sarà di noi? Ce lo siamo chiesto anche noi ovviamente, pensando alla nostra famiglia, ai nostri figli. Sotto sotto però, senza rendercene conto, pensavamo anche: che ne sarà del nostro comfort di vita? Perché siamo tutti abituati bene, no? Se pensiamo già solo alla generazione che ha vissuto il dopoguerra, o addirittura ha partecipato alla guerra, come i nostri genitori per esempio, beh, loro avevano uno standard di vita che a noi oggi sembrerebbe intollerabilmente disagevole. Purtroppo noi stiamo in realtà attraversando proprio una guerra, una guerra non più scandita da bombe e cannoni, ma pur sempre una guerra. Come sappiamo dalla storia, in ogni guerra il popolo perde sempre. E la sua esistenza si riduce all'essenziale, quando va bene. Che fare allora? Per quanto riguarda noi abbiamo pensato di poter e dover fare due cose. Da un lato ri-essenzializzare un po' la nostra vita, rinunciando momento per momento a ciò di cui non abbiamo veramente bisogno, e non stiamo parlando di oggetti solamente. Dall'altro lato guardare con attenzione se dentro di noi non sono rimaste celate delle risorse nascoste, qualcosa che nel tempo abbiamo dimenticato di possedere. Molto spesso infatti non ci rendiamo conto che i successi che abbiamo avuto nella vita sono nati tutti da un talento interno perseguito con energia e determinazione, ma che l'inevitabile imborghesimento che tali successi portano con sé spegne quel talento, o perlomeno lo relega in secondo o terzo piano. È anche per questo che abbiamo deciso di tornare a scrivere ai nostri clienti-amici. In tutto questo 2011, gli unici ricordi lavorativi veramente piacevoli sono quelli delle nostre relazioni con voi, delle nostre chiacchierate sul lavoro e sulla vita, del tentativo di condividere conoscenze ed esperienze per meglio affrontare … eh sì, per meglio affrontare la guerra e i suoi disastri. Lo sappiamo ormai bene, nulla tornerà come prima. La svolta che questa civiltà si sta trovando ad affrontare è una vera e propria boa della sua storia. E noi – tutti noi – possiamo solo contare su noi stessi. Smettiamo quindi di prendercela con lo stato che non ci tutela e che ci opprime, solo i nostri occhi semichiusi hanno permesso che non ci accorgessimo per tempo di dove si stava inevitabilmente andando a parare. Usiamo il nostro tempo nel modo migliore, andiamo incontro a questo 2012 con le nostre energie più positive. Lo sapete, ne avremo bisogno! Alcuni di voi si sono già portati avanti, chi decidendo di ampliare il proprio negozio e di aprirlo a nuove merceologie, chi investendo in un nuovo locale. Sappiamo che lo hanno fatto a “occhi aperti”, non senza timori, consapevoli dei rischi e delle difficoltà, con coraggio e fiducia nelle proprie capacità, da veri imprenditori. Non possiamo che dire a tutti loro: meritate ogni fortuna!
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Emiliano Bonifetto
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