“Quando si è felici – aveva detto a Elizabeth – si hanno delle riserve a cui attingere, mentre lei era come una ruota senza gomma (le piacevano quelle metafore), sobbalzava ad ogni scossa”. Virginia Woolf, “La signora Dalloway”, 1925. Quante volte ci si è ritrovati così e quanto tempo ci è occorso per ripristinare quel rivestimento, quella protezione, quella gomma? A volte sono stati giorni, a volte mesi e financo anni. Giornate nebbiose in cui per poter emergere di nuovo dalle brume caliginose e sentire la strada, il nostro percorso sotto di noi. Abbiamo sudato e annaspato. A un certo imprevedibile punto ci siamo ritrovati a cercare un dialogo, una comunicazione di un qualche tipo (per ognuno personale e segreta), con l'interno della nostra ruota. Quel foro circolare che non è a contatto con il terreno, ma permette alla ruota di virare la direzione.
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Esiste una parte misteriosa contenuta all'interno della coscienza umana. Mabel Collins, nel suo libro “La luce sul sentiero”, ne parla così: “Considera con somma attenzione soprattutto il tuo cuore. Perché attraverso il tuo cuore viene l’unica luce che può illuminare la vita e renderla chiara agli occhi tuoi. Ascolta il canto della vita. Ricercalo e ascoltalo in prima nel tuo cuore. Comincerai forse per dire: «Non c’è; quando cerco non trovo che dissonanza». Cerca più profondamente. Se di nuovo sei deluso, fa’ sosta, poi cerca più profondamente ancora. Vi è una melodia naturale, una sorgente oscura in ogni cuore umano. Può essere soffocata, totalmente celata e ridotta al silenzio. Ma vi è.” Il contatto con questa parte così profonda aiuta a realizzare che tutto ciò' che si era pensato di essere, prima di questa scoperta, non lo si è veramente. Si arriva a percepire di essere come un'altra persona rispetto a ciò che la propria personalità precedentemente esprimeva. E pare inconcepibile che si possano trascorrere anni a pensare di essere ciò che non si è veramente, o si è solo in parte. A quel punto inizia come una seconda vita, poiché la “scoperta” ha poi bisogno di un lungo lavoro. Più si va avanti, più si buttano via strati che non appartengono a noi stessi, e così facendo si scopre quanto immensi siamo, dentro, quanto siamo senza confini. Poiché quello che siamo dentro non è solamente un essere umano, è qualcosa di più, molto di più. La connessione con la Terra è presente in ognuno di noi in un modo che va, con diverse sfumature, dall’impercettibile al cosciente. Ognuno di noi è una piccola stazione radio, emittente e ricevente, e pertanto tutto quello che siamo è un segnale nell'universo. Possiamo inviare e ricevere segnali di vario tipo. In ultima istanza sarà una gioia per il nostro pianeta se la musica che suoniamo sarà come una sinfonia, una bella ode lirica, una canzone orecchiabile e armonica … perché la terra, la Madre Terra, ci ascolta e comunica in continuazione con noi. Ho letto alcuni giorni fa che le colonie di corallo si riproducono in tutto il mondo nello stesso periodo. Evidentemente, un filo invisibile li collega tutti insieme, qualcosa che va al di là del legame spaziale. I coralli sono apparsi 450 milioni di anni fa, e sono ancora qui. La loro presenza, che è frutto di un'organizzazione di esseri viventi fragili, è dettata da certe precise condizioni ambientali. Come dire, sanno come si fa a stare su questo pianeta! Possiamo pensare che la connessione che hanno fra di loro, al di là dello spazio e del tempo, sia un'indicazione valida anche per noi, per la nostra connessione? La composizione dell'essere umano è simile a quella della Madre Terra. Curo il mio progetto, curo il mio ambiente e così mi prendo cura del pianeta. Noi creature umane siamo una parte di questo globo terracqueo e siamo interiormente, intimamente connessi, sempre, al cuore della Terra. Tutto iniziò in un mattino in cui presi la penna in mano, ma in realtà avrei avuto più bisogno di una zappa per scavare dentro di me. Ognuno di noi è un progetto in corso d'opera. A volte bastano pochi anni per conoscerlo, svelare e assumersi il compito. A volte una vita occorre tutta e il tempo che è servito per definire il progetto è bastato appena. Non importa quanto ognuno di noi ci impieghi, l'importante è "avviare" se stessi, il vero Se' |
Joo Rocca
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