Buongiorno amici, buongiorno amiche, come state? Il nostro piccolo “presente” di fine anno giunge a voi all’interno di un periodo particolarmente confuso e stressante, a cavallo delle feste di Natale (un po’ prima? un po’ dopo?), e ci rendiamo conto che non è facile trovare un momento tranquillo per cercare di seguire le riflessioni poco usuali che ci piace condividere con voi. Anche quest’anno non sarà proprio una passeggiata … anzi no, sarà proprio una passeggiata, una passeggiata nel bosco, un bosco di montagna immerso nel buio e nel silenzio, da cui – se alziamo per un attimo lo sguardo – si vedono le stelle … Innanzitutto, chi sono le persone che ricevono questa nostra lettera? Questa sessantina di persone sono clienti-amici, amici vari e quattro ragazzi e ragazze tra i 41 e i 22 anni, figli di Emiliano nonché nipoti di Paola. Qualcosa li accomuna, oltre a essere in un rapporto più o meno stretto con noi? Erano gli anni ’90 quando, per la prima volta, pensammo che valesse la pena dialogare con alcuni nostri clienti un po’ speciali su temi a cavallo tra il commerciale e l’esistenziale, e quando nel 2011 riprendemmo questa gioiosa abitudine (per noi è un piacere scrivere queste poche righe e assemblare una compilation di musica il più possibile gradevole e stimolante), ci chiedemmo ovviamente a chi potevano interessare i nostri “deliri di fine anno”. Facemmo una scelta abbastanza ponderata, tralasciando – nel caso dei clienti – lo status di “importante” a vantaggio di un altro criterio. Quale? Ci chiedemmo: “Chi, tra i nostri clienti del momento e i nostri amici personali, si sta facendo delle domande sul perché delle cose? Chi, tra loro, potrebbe apprezzare un invito a smettere – almeno per un attimo – di farsi triturare dalla difficile quotidianità di questi anni e a guardare la vita da una diversa prospettiva?” Non tutti i prescelti della prima lista (una trentina di persone) apprezzarono, ovviamente; nessuno ci disse però che eravamo “fuori di testa”, e allora proseguimmo, aggiornando ogni anno la lista delle “vittime” fino ai sessanta circa attuali. Perché questa lunga premessa? Perché quest’anno vorremmo affrontare direttamente la domanda delle domande: questa esistenza che conduciamo su questo pianeta ha davvero un senso? ...
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Emiliano Bonifetto
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