Che anno è stato questo 2017, amici? Non è facile dirlo, vero? C’è stata tanta confusione, questo sì, cose contraddittorie, segnali incerti, falsi movimenti, svolte inattese … non è semplice trovare una “cifra” che lo identifichi. Ma noi ci proveremo lo stesso, in questa nostra chiacchierata di fine anno, raccontando quello che dal nostro punto di osservazione si è percepito più o meno chiaramente. Secondo noi sono stati due i segnali più nitidi che hanno contraddistinto l’anno che sta finendo. Uno è che sono scoppiati ovunque un numero esagerato di conflitti, a tutti i livelli: la situazione internazionale mostra più o meno ovunque un netto inasprimento degli schieramenti contrapposti (con addirittura minacce di guerra nucleare, pensa un po’ che astuzia!), il diffondersi di nuovi impressionanti episodi da vita quotidiana della guerra religiosa tra la frangia intollerante dell’Islam e la cultura occidentale (come ti difendi da un furgone che ti viene improvvisamente addosso?), l’erezione di nuovi muri sui confini nazionali (chi vuole i migranti?), lo sfaldarsi delle unità internazionali (vedi Brexit) e nazionali (Catalogna)… mentre su ciò che sta accadendo in Italia è meglio stendere un velo pietoso, o forse solo pudico, dato si passa il tempo in beghe da cortile anziché … appunto, lasciamo stare. Guardando il nostro piccolo ambito quotidiano e commerciale, abbiamo visto moltiplicarsi a dismisura le problematiche tra negozianti e aziende, talvolta in modo esasperato e intollerante, sovente per delle cose in fondo piuttosto banali, senza alcuna voglia di comprendere le altrui esigenze, anche solo l’altrui realtà. Agli inizi del ‘500, dunque circa cinquecento anni fa, Copernico metteva ufficialmente in discussione il sistema tolemaico, che sosteneva che la Terra fosse al centro dell’universo e che tutti gli astri le girassero intorno, mostrando con i suoi calcoli astronomici e matematici che era in realtà il Sole al centro del sistema e che tutti i pianeti, Terra compresa, gli orbitavano intorno. Questa scoperta scientifica faticò molto inizialmente a imporsi, a causa di credenze e superstizioni pseudoreligiose, ma segnò infine “un prima e un dopo” nella storia dell’umanità, come tutti abbiamo appreso a scuola in gioventù. Tuttavia … siamo proprio sicuri di aver capito bene cosa significa?
C’è davvero differenza tra il guardare il cielo stellato pensando orgogliosamente di essere al centro dell’universo e l’affrontare ogni relazione con gli altri esseri umani facendo riferimento solo al proprio personale interesse? Perché è questo che sta accadendo, alle persone come alle nazioni! Ci siamo dimenticati che, esattamente come la Terra fa parte del sistema solare, anche noi siamo TUTTI parte di qualcosa … E come la più piccola anomalia nell’orbita di uno qualsiasi dei pianeti si ripercuote inesorabilmente su tutto il sistema solare, così anche noi siamo di fatto responsabili di ciò che accade negli organismi di cui facciamo parte … anche se non ce ne rendiamo conto! Noi tendiamo a porci costantemente al centro del mondo, abituati a vedere le cose in modo ego-centrico – “questo mi piace e quello non mi piace”, “questo mi conviene e quello non mi conviene” – e non ci accorgiamo che, oggi più che mai, ciò che favorisce eventualmente noi ma danneggia un membro della nostra famiglia, del nostro ambiente di lavoro, della squadra sportiva o del gruppo di amici di cui forse facciamo parte, si ripercuote prima o poi anche su di noi … annullando i benefici ottenuti e generando una reazione a catena di eventi incontrollabili e sovente funesti. Se fossimo più frequentemente consapevoli di essere semplicemente un pianeta che partecipa a un sistema – come in realtà è – il nostro agire cambierebbe sensibilmente … Per le nazioni accade lo stesso: per esempio, l’Europa ha depredato per secoli l’Africa delle sue ricchezze in modo sistematico, esasperato e unilaterale, senza lasciare agli africani nulla in cambio, e ora ci si stupisce che essi vengano qui a reclamare una possibilità di esistenza, che in fondo sarebbe solo una piccolissima parte di tali ricchezze … Gli Israeliani hanno combattuto duramente, settant’anni fa, per garantirsi un lembo di terra su cui vivere, ma oggi lo negano ai Palestinesi … Qualcuno (non scriveremo il suo nome, non merita nemmeno questo) abolisce la partecipazione degli Usa al controllo e ripristino della situazione climatica e, dopo pochi mesi, sulle terre da lui governate si abbattono i cicloni più spaventosi di sempre … Tutto va e viene, il respiro dell’universo supera ogni ostacolo, riportando sempre i frutti delle azioni umane con precisione assoluta, basta aspettare il tempo necessario. Perché nessuno sembra rendersi conto che “siamo tutti sulla stessa barca”? Ciascuno di noi è a stretto contatto ogni giorno con molti suoi simili ed è veramente responsabile di ciò che irradia intorno a sé, ogni essere umano è contagioso e contagiabile. Nessuno non è un termine adatto, in realtà qualcuno c’è. È per questo che, oltre al solito cd di musica varia che abbiamo messo insieme per questa occasione (tutta roba vecchia, è una compilation “vintage”, quest’anno è venuta così …) vi porgiamo quello che a noi sembra un autentico gioiello: si tratta di “Human”, un documentario in tre parti costruito da uno straordinario fotografo-giornalista francese, Yann Arthus-Bertrand, in cui a immagini aeree di grande suggestione si alternano le testimonianze di più di un centinaio di uomini e donne provenienti da tutto il mondo sui temi fondamentali dell’esistenza umana. Dicevamo all’inizio che i segnali che abbiamo percepito nel 2017 erano due, e ora cercheremo di spiegare qualcosa di abbastanza inspiegabile: osservando la vita di alcuni di noi, è netta l’impressione che questo sia stato l’anno in cui ci si struttura in vista di … ecco, è qui l’inspiegabile … in vista di qualcosa che sembra dover accadere in un prossimo futuro ma che nessuna delle persone coinvolte sa esattamente cos’è. Cambiamenti di case, scelte lavorative, assestamenti sentimentali, tutto sembra portare – per queste persone, che non sono poche in verità – a una situazione tipo “pronti a partire per …” Ma per dove? Beh, questo solo i prossimi anni ce lo diranno, amici! Però … forse vale la pena di dare una spolverata ai nostri sogni, quelli che abbiamo riposto in soffitta come aggeggi obsoleti e ormai inutili, perché forse, in questi anni così strani, per alcuni di noi – pochi o molti chi lo sa! – si stanno per aprire delle finestre inaspettate verso un’esistenza più “nostra”. Niente di clamoroso, probabilmente, magari sarà solo uno spostarsi di accenti, piccoli cambiamenti invisibili a chi ci osserva dall’esterno, ma in fondo la cosa essenziale nella vita è sentire che quello che stiamo facendo ogni giorno ci rappresenta, almeno in parte, arrivando a percepire dentro di noi, sullo sfondo del nostro stato d’essere, la grande dignità fondamentale dell’esistenza umana … e forse, talvolta, in brevi attimi, il senso profondo della nostra presenza qui, su questa Terra, e la nostra unità con il Tutto.
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Emiliano Bonifetto
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